“Dottore…secondo Lei è meglio che faccio Coaching o altro…?”

Spesso mi sento porre questa domanda che, oltre a denotare una poca divulgazione della differenza tra il Coaching e altre discipline, esprime una sana curiosità e disponibilità ad apprendere cosa sia e non sia Coaching e, soprattutto, come può essere d’aiuto.

In questo articolo non mi soffermerò nel definire quale siano le differenze tra Coaching e altre discipline, piuttosto cercherò di delineare alcune attitudini/capacità che un percorso di Coaching mobilita nel cliente. Questo richiede disponibilità da parte dello stesso affinchè possa arrivare a raccoglierne i benefici. Fondamentale è anche l’approccio etico del Professionista affinché possa accorgersi se il cliente vuole o meno sottoporsi a Coaching.

Dalla mia esperienza e da quella di altri colleghi e autori come Brenda Steinberg (vdr articolo Are you ready to be Caoched   scritto per HRB), possiamo estrarre 8 disposizioni che un percorso di Coaching sollecita.

Ma vediamo in sintesi quali sono questi punti:

Disponibilità nel sopportare il fastidio che può derivare dall’approcciare nuovi modi di percepire ed agire nel mondo.

Un nuovo modo di vedere la realtà, può portare paure e blocchi emotivi che il Coachee deve essere pronto ad affrontare per poter andare avanti nel suo percorso di cambiamento verso nuovi paradigmi.

Apertura a sperimentare.
Il Coaching è apprendimento e messa a terra di nuove opzioni e azioni che derivano dalle nuove consapevolezze acquisite. Provare qualcosa di nuovo significa correre dei rischi e gli esperimenti con nuovi comportamenti potrebbero non funzionare la prima volta.
 
Capacità di guardare oltre il razionale.

Il comportamento non è razionale, è guidato da emozioni come paura, rabbia e orgoglio.

Solo perché “sai” cosa fare non significa che agirai di conseguenza.
 
Disponibilità ad assumersi le proprie responsabilità: commitment.
Se si tende a dare la responsabilità dei nostri successi o insuccessi totalmente agli altri, potremmo non essere in grado di riconoscerci le nostre responsabilità.
 
Capacità di perdonare.
Questa attitudine consente la liberazione di energia utile ad evolvere. Per conseguire la piena realizzazione di noi, abbiamo bisogno di tutte le energie possibili ed essere capaci di perdonare e perdonarsi: vuol dire riuscire a “chiudere” con il passato e incanalare tutta l’energia possibile verso un nuovo modo di valorizzarsi nel mondo.
 
Autodisciplina.
Il Coaching è apprendimento e nell’imparare nuove azioni può essere necessario disimpararne altre.
 
Condividere i propri obiettivi.
Chiedere consigli con un approccio curioso e aperto verso le altrui idee e critico e costruttivo verso se stessi consente di avere ulteriori risorse per mettere in campo azioni più efficaci.
 
Disponibilità ad utilizzare il proprio coraggio.
Il coraggio di mettersi in discussione – il coraggio di uscire dalla propria zona di comfort il coraggio di credere in se stessi e di scoprire che si è in grado di raggiungere la vetta della propria evoluzione per poter esprimere e mettere a disposizione dell’universo il proprio unico e inestimabile dono.
 

Quindi, cosa rende possibile che una persona decida di investire tante e tali capacità/risorse nel coaching per realizzare la propria strada?

Cosa può esserci di cosi importante nel realizzare la propria strada da giustificare anni di lavoro e sacrifici?

Le Coaching Skills consentono di accompagnare e supportare i campioni e Leaders nel raggiungere la loro vetta, attraverso un viaggio interiore alla scoperta dei propri obiettivi, dei propri valori e del senso del proprio servizio.

Se ne vuoi sapere di più, contattatami ai miei recapiti.

 “Lasciamo ai pigri e ai vili le vie piane e sicure: i valorosi salgono le vette” – L. A. Seneca

Pierluigi Ciocci

 

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