Non di rado mi accade che clienti e conoscenti mi chiedano cosa faccio come Coach, anche se devo ammettere che la maggior parte di loro crede di sapere cosa faccio.

“SEI IL MOTIVATORE!

“DAI I CONSIGLI GIUSTI!”

E altre leggende del genere.

In realtà non è impresa facile spiegare nel dettaglio cosa faccio e soprattuto come lo faccio. Per questo, in particolare modo quando ero all’inizio della professione, preferivo far provare il coaching alle persone piuttosto che rischiare di utilizzare sintesi semplicistiche che potessero rinforzare le convinzioni sbagliate delle persone che erano in ascolto.

Oggi mi accerto di creare uno spazio di ascolto che possa dare dignità alla curiosità espressa dall’uditore e consentirmi l’espressione di alcuni pilastri della professione.

In questo articolo proverò a fornire delle suggestioni partendo da alcune domande come:

  1. cosa deve saper fare un coach?
  2. qual è il ruolo del coach?

Ma soprattutto: chi è il coach?

In primo luogo va specificato che il coach non è un ruolo che si esprime solo con un saper fare: un coach è un coach sempre, in quanto alcune competenze si espandono ad un “saper essere”.  Il coach è un professionista che ha il ruolo di agevolare nel cliente e/o team con cui lavora, l’apprendimento di nuove e inedite modalità per raggiungere il successo atteso. Il coach è un professionista che si occupa di “come” il proprio cliente possa imparare nuove modalità per poter affrontare le sfide che si pone. Il coach deve saper accompagnare il cliente nel decidere il “cosa” sia più utile per arrivare alla realizzazione attesa. Per esempio gli strumenti, i comportamenti, le azioni ecc.

Il ruolo del coach non è quindi quello di dare delle soluzioni e neppure quello di fare un’analisi o terapia. Il coach parte dal presupposto che “l’esperto” della questione è il coachee (il cliente) e nel coaching questo presupposto è vero!

In pratica un Coach è un professionista che accompagna i propri clienti in maniera strutturata a nuove e ampliate modalità di interpretazione della realtà, lasciando piena autonomia al cliente di decidere cosa trattare (l’obiettivo o il tema) e come trattarlo.

La nostra esperienza dipende dai significati che noi gli diamo: per esempio cos’è una “bella giornata” per te? Non tutti hanno gli stessi criteri per definire una giornata “bella”! Per me una bella giornata, infatti, potrebbe essere una giornata in cui c’è il sole. Per Morticia Addams (la famosa protagonista dell’omonima famiglia), son piuttosto certo che una bella giornata potrebbe essere caratterizzata da temporali e fulmini!

I significati che noi imputiamo alla realtà ci predispongono all’azione e, in ultima analisi, ai risultati che derivano da talune azioni. Pertanto noi abbiamo risultati dipendentemente dai significati che diamo alla realtà!

Quindi dovrebbe essere ora più semplice poter accedere al ruolo del coach come colui che favorisce un nuovo modo di fornire interpretazioni alla realtà osservata e quindi accompagnare il cliente alla scoperta di nuove azioni/predisposizioni e, dunque, risultati.

Nell’esprimere questo mandato, il coach non solo deve saper “fare”, per esempio, domande che aprano scenari – ascoltare in modo “attivo” e utilizzare un linguaggio chiaro e diretto, ma anche esercitare un saper “essere” con il cliente che consenta di instaurare un canale privilegiato con lo stesso.

Quell’alchimia unica tra coach e coachee che va oltre il “detto”, ma patrimonio esclusivo della relazione di fiducia e intima tra i due. Questa è la base della partnership, è quel legame “chimico” che sintetizza un reciproco riconoscimento e stima tra le parti e che consente lo sprigionamento di energie evolutive che favoriscono passaggi importanti per il cliente da “bruco a farfalla”.

In conclusione, il coach è un esperto di relazione, un osservatore attento dei processi con i quali il cliente “funziona” nel mondo (come impara, come pensa ecc..) che integra la totalità del suo “essere umano”, il suo stile (doni, talenti, emozioni) e le competenze del coaching, al servizio del benessere del Cliente che sta seguendo!

Ognuno di noi può diventare un Coach. Non ci sono titoli propedeutici che stabiliscono dei limiti.

Questa la trovo una fantastica notizia, specialmente se combinata con la crescente divulgazione della professione attuata in primo luogo da associazioni nazionali e internazionali (ICF – AICP – SCP – EMCC per es.) che sensibilizzano il mercato nell’accertarsi che i coach abbiano degli standart professionali ed etici di elevato livello.

Inoltre le Coaching Skills contribuiscono ad una migliore qualità della vita in quanto, per usare una metafora nautica, ci consentono di avere il “timone” e conoscenza della “rotta” verso la quale vogliamo dirigerci.

Se sei interessata/o a scoprire di più sul ruolo del Coach, contattami pure e sarò lieto di poterti fornire maggiori informazioni.

“L’importante è dare felicità alle persone.” (Nelson Mandela)

Pierluigi Ciocci

Recommended Posts

No comment yet, add your voice below!


Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Accetto la Privacy Policy